Mongolfiere tra le vigne della Valpolicella
LA VALPOLICELLA
Guardi le colline della Valpolicella e pare una pittura, un quadro; le “marogne” ne definiscono i terrazzamenti, le file di viti perfettamente in linea, e stamattina oltre a tutta questa meraviglia uno strano incontro, anzi tre: le mongolfiere.
Non c’erano solo filari di viti ad attendermi durante il tragitto verso Verona stamattina, grandi palloni sospesi nel vento, libravano lenti, sospesi nel cielo azzurro di una mattina di fine settembre, di quelle dove sai che il sole uscira’ da dietro la collina, ma non subito… tra un po’.
IL SOGNO
Difficile non distrarsi, difficile guidare cercando sempre di seguire quei tre enormi palloni colorati.
Ed e’ subito “Il giro del mondo in 80 giorni” l’epopea del viaggio!
Si, lo so Julio Verne nel libro non parlava di mongolfiere, ma in ogni film ed in ogni rappresentazione la mongolfiera c’era, ed io oggi non ho 53 anni, ne ho 10 sono una bambina con il naso all’insù sento lo stomaco in fermento e l’adrenalina che mi scorre nel corpo, mi immergo nei colori, anzi, loro mi sovrastano ed io ne vengo risucchiata!
IL VIAGGIO
Un sogno romantico.
Un antico modo di viaggiare.
Chissà cosa provarono i fratelli Montgolfier alla fine del 1700 vedendo alzarsi il loro aerostato, ma so cosa ho provato io: stupore, felicita’, emozione.
SENSAZIONI
E loro? Loro che stavano in aria secondo il principio di Archimede e che pian piano si sono avvicinati prima alle vigne e poi alla strada, per finire la corsa fermandosi sul muro di cinta di una casa, cosa avranno provato: paura, sgomento, e chissa’ che altro?
E’ andata meglio a chi si e’ fermato tra i filari di vite, meno ai lavoranti stranieri, che correvano ed urlavano, ma poi tutto sommato erano meravigliati e stupiti anche loro di trovarsi a tu per tu con questo strano “aggeggio”!